- Perché la pirateria audiovisiva è così pericolosa per lo sport?
- Come stanno reagendo Spagna e Italia?
- Quali soluzioni per fermare questo fenomeno globale?
La pirateria audiovisiva è un fenomeno che continua a crescere, minacciando la sostenibilità economica di numerosi sport in Spagna, tra cui il calcio. Secondo stime di LALIGA, ogni anno si perdono tra i 600 e i 700 milioni di euro a causa delle trasmissioni illegali di eventi sportivi. Questo non rappresenta solo una perdita economica, ma anche un danno strutturale che intacca la capacità di investimento nelle infrastrutture, nelle accademie giovanili e nelle federazioni sportive.
Le emissioni illegali non sono solo un furto di contenuti, ma anche un freno per l’intero sistema sportivo, riducendo le risorse destinate a club, atleti e categorie più piccole. L’industria sportiva dipende fortemente dai diritti televisivi, che vengono redistribuiti attraverso leggi come il Real Decreto-ley 5/2015. La pirateria compromette questa redistribuzione, con effetti dannosi anche per le federazioni e gli sport minori.
L’importanza dei diritti televisivi e l’impatto della pirateria
Le trasmissioni televisive rappresentano una delle principali fonti di reddito per i club sportivi. Per LALIGA, la pirateria significa che alcuni club non percepiscono nulla dai diritti televisivi, e questo ha ripercussioni dirette su investimenti, infrastrutture e occupazione. Ad esempio, nel ciclo olimpico 2020/21-2023/24, sono stati destinati al Consiglio Superiore dello Sport (CSD) quasi 200 milioni di euro, e più di 125 milioni alla Real Federación Española de Fútbol (RFEF). La perdita di questi fondi, causata dalle trasmissioni illegali, mette a rischio l’intero sistema.
Le contribuzioni obbligatorie dei club al CSD e alla RFEF sono calcolate in percentuale sui guadagni derivanti dalla vendita centralizzata dei diritti di trasmissione. Se i ricavi diminuiscono a causa della pirateria, queste contribuzioni si riducono, colpendo negativamente l’intero sistema sportivo.
La pirateria tra i giovani: un fenomeno in crescita
Uno degli aspetti più preoccupanti della pirateria audiovisiva è la crescente normalizzazione dell’accesso illegale ai contenuti sportivi tra i giovani. Le nuove generazioni tendono a considerare l’uso di piattaforme pirata come qualcosa di abituale, una cultura che rischia di erodere i valori dello sport professionistico. Secondo uno studio dell’EUIPO, il 42% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha ammesso di aver visto eventi sportivi in modo illegale nel 2024. Questo fenomeno non solo danneggia l’economia, ma compromette anche la cultura sportiva e il processo di professionalizzazione.
Le soluzioni tecnologiche di LALIGA nella lotta contro la pirateria
Per affrontare la crescente minaccia della pirateria, LALIGA ha sviluppato un approccio tecnologico avanzato. Utilizzando intelligenza artificiale (IA) e sistemi di monitoraggio in tempo reale, l’organizzazione riesce a individuare e rimuovere rapidamente i contenuti pirata. La tecnologia ha permesso a LALIGA di esportare soluzioni ad altre proprietà sportive internazionali, come Wimbledon e MotoGP, dimostrando l’efficacia delle sue azioni.
Tuttavia, la pirateria continua a evolversi, con pratiche sofisticate come domain hopping, rotazione degli indirizzi IP e l’uso di domini specchio, che rendono difficile il blocco tempestivo delle trasmissioni illegali. Le piattaforme social, tra cui TikTok, Telegram e X, sono diventate luoghi di facile accesso per i contenuti pirata, complicando ulteriormente la lotta contro la pirateria.
Nonostante le sfide, alcune piattaforme come Twitch e Telegram collaborano con LALIGA per bloccare i contenuti pirata, dimostrando che una cooperazione attiva tra intermediari tecnologici e organizzazioni sportive è cruciale per fermare il fenomeno.
La sfida della legislazione e la necessità di una normativa europea
Un altro ostacolo significativo nella lotta contro la pirateria è la lentezza delle attuali normative legali. Secondo Guillermo Rodríguez, direttore delle operazioni antifrode di LALIGA, la legislazione internazionale non consente interventi rapidi e coordinati contro le trasmissioni illegali. La soluzione, sostiene, è una normativa paneuropea che consenta di affrontare la pirateria con maggiore velocità e coesione. Le attuali lacune legislative e l’assenza di una giurisprudenza efficace mettono a repentaglio l’intera industria.
LALIGA insiste sulla necessità di una risposta legislativa unitaria, poiché senza un sistema normativo efficiente, il valore economico dello sport e dell’intrattenimento continuerà a ridursi, mentre il contenuto pirata prolifererà senza controllo.
Il ruolo degli intermediari tecnologici nella lotta alla pirateria
Alcune grandi multinazionali, come Google e Cloudflare, sono accusate di avere un ruolo attivo nel processo di pirateria, facilitando in modo involontario la diffusione dei contenuti illegali. In alcuni casi, queste aziende hanno addirittura ostacolato i tentativi di bloccare i contenuti pirata, come nel caso della denuncia contro Cloudflare da parte di Universal Music in paesi come Francia, Italia e Germania.
Per combattere efficacemente la pirateria, è necessaria una cooperazione globale tra governi, organizzazioni sportive e intermediari tecnologici. In questo contesto, LALIGA ha avviato alleanze strategiche con altre leghe, federazioni e coalizioni internazionali, come la Premier League, la Bundesliga e la UEFA, per affrontare il problema in modo coordinato.
La pirateria audiovisiva in Italia: un fenomeno simile ma con dinamiche proprie
Anche in Italia, la pirateria audiovisiva rappresenta una minaccia crescente per l’intero sistema sportivo e per l’industria dell’intrattenimento. Sebbene il contesto legale e istituzionale in Italia differisca in alcuni aspetti da quello spagnolo, le problematiche sono simili: la pirateria danneggia gravemente i diritti televisivi, erode le risorse destinate ai club e mette a rischio l’integrità delle competizioni.
Nel calcio italiano, la Serie A è una delle principali vittime di questo fenomeno. L’Italia ha visto negli ultimi anni un aumento delle trasmissioni illegali dei suoi eventi calcistici, soprattutto attraverso piattaforme di streaming pirata e IPTV. La SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e altre organizzazioni stanno combattendo contro la pirateria con strumenti simili a quelli adottati da LALIGA, come l’uso di intelligenza artificiale per monitorare e rimuovere i contenuti pirata. Tuttavia, la velocità con cui si evolvono le tecniche di pirateria, come il domain hopping e l’uso di VPN per aggirare i blocchi, rende ancora difficile combattere in modo efficace.
Anche in Italia, come in Spagna, le perdite economiche legate alla pirateria sono rilevanti. Secondo alcune stime, la Serie A ha subito perdite per oltre 150 milioni di euro ogni anno a causa della pirateria. Queste perdite non solo colpiscono i grandi club, ma hanno un impatto diretto anche sulle squadre di Serie B e Serie C, che dipendono da un’adeguata redistribuzione dei diritti televisivi per finanziare le proprie attività. La pirateria riduce anche le entrate dalle sponsorizzazioni e dalle entrate al botteghino, aggravando ulteriormente la crisi economica che molti club italiani stanno affrontando.
Inoltre, la pirateria non riguarda solo il calcio. Anche altre discipline come il basket, la pallavolo e il motociclismo sono influenzate da questo fenomeno. La distribuzione illegale dei contenuti sportivi non solo riduce le risorse destinate ai club, ma mina anche la sostenibilità a lungo termine di questi sport, che necessitano di un sistema economico solido per crescere e attrarre nuovi talenti.
Un futuro sportivo a rischio
Il futuro dello sport in Spagna e a livello globale dipende dalla capacità di affrontare la pirateria audiovisiva. La perdita di ricavi, la minaccia alla cultura sportiva e la professionalizzazione degli sport sono solo alcuni degli effetti devastanti di questo fenomeno. Se non verranno adottate misure più incisive, l’industria sportiva rischia di vedere un calo del valore economico e una diminuzione delle opportunità per giovani atleti e club.
Per fermare la pirateria, è necessario un approccio integrato, che combini tecnologia, legislazione e cooperazione internazionale. LALIGA e altre organizzazioni devono continuare a sensibilizzare il pubblico, educare le nuove generazioni e fare pressione su istituzioni e intermediari tecnologici affinché si prendano impegni concreti contro la pirateria. Il tempo per agire è limitato e la protezione dell’ecosistema sportivo è fondamentale per garantire un futuro sostenibile e prospero per lo sport in Spagna, in Italia e nel mondo.